L’area sacra di San Cristoforo è stata individuata la prima volta nel 2010 da Marisa De Spagnolis, la quale condusse anche le prime indagini per conto della SABAP Lazio, portando alla luce strutture relative a fasi tardo-imperiali e tardoantiche.
I successivi interventi di pulizia operati da associazioni locali hanno messo in luce parti considerevoli delle strutture di un grande santuario a terrazze tardo-repubblicano, la cui forma attuale corrisponderebbe alla fase di monumentalizzazione e massima attività del santuario, tra II e I secolo a.C. I materiali numismatici ed epigrafici raccolti dalle associazioni locali permettono inoltre di datare l’attività del santuario almeno alla seconda metà del IV secolo a.C.
Non sono state finora rinvenute tracce attestanti il culto di Ercole, ipotizzato dalla studiosa Marisa De Spagnolis, ma dall’area del santuario proviene una dedica alla Dea Fortuna databile al III secolo a.C. che rappresenta ad oggi l’unica attestazione di culto. Tuttavia, è altamente probabile che il santuario fosse dedicato all’Ercole italico, in quanto fortemente connesso con le pratiche di allevamento e transumanza che dovevano svolgersi nella regione montuosa degli Aurunci.
Il santuario di San Cristoforo rappresenta un contesto fondamentale per la comprensione del compartimento costiero del Lazio meridionale in età romana. Esso è posto a ridosso di direttrici viarie fondamentali tra la costa e l’interno e i materiali provenienti dal sito ci parlano di fasi molto importanti per la romanizzazione di questa parte del Lazio, avvenuta tra la fine del IV e l’inizio del III secolo a.C.
Per questi e per altri motivi il sito è stato incluso nel MAP (Monti Aurunci Project) e nel 2022 è stato oggetto di una campagna di rilievi da parte dell’Università di Siena e dell’Università di Pavia, col supporto fondamentale di Archeologia Diffusa.
I rilevi svolti nel settembre 2022 avevano lo scopo di presentare una prima documentazione complessiva delle strutture presenti sul sito, aggiornando la documentazione in possesso della Soprintendenza in visione dell’avvio di una nuova fase di indagini sistematiche.
Le indagini sono previste per i prossimi anni, coinvolgendo ancora una volta Archeologia Diffusa e il Centro CADMO dell’Università per Stranieri di Siena. Lo scopo delle indagini stratigrafiche, programmate per il 2025, sarà quello di approfondire la scansione cronologica delle fasi edilizie del santuario e comprendere come esso fosse connesso alla riorganizzazione in chiave amministrativa-territoriale effettuata dai romani in occasione dell’inclusione di questa regione delle terre direttamente dipendenti da Roma (ager romanus).